Una recente sentenza del Tribunale di Verona (n. 718/2024), resa al ns. Studio, ha dichiarato l’illegittimità del licenziamento di un lavoratore, ordinandone la reintegrazione e il risarcimento del danno. Il caso offre importanti spunti sul tema del licenziamento disciplinare e della proporzionalità della sanzione, in particolare alla luce del Jobs Act (D.Lgs. 23/2015) e delle tutele previste per i lavoratori.
Il Caso
Il lavoratore, impiegato come manutentore di reti e sistemi informatici, è stato licenziato per presunte mancanze disciplinari legate alla mancata ricezione delle comunicazioni aziendali e alla variazione del proprio domicilio.
L’azienda ha giustificato il provvedimento sostenendo che il lavoratore:
❌ Non era reperibile all’indirizzo comunicato, con otto raccomandate tornate al mittente;
❌ Non aveva ricevuto neppure le missive inviate al nuovo domicilio, che risultava inesatto;
❌ Aveva violato obblighi disciplinari, compromettendo il rapporto di fiducia con il datore di lavoro.
Tuttavia, il lavoratore ha impugnato il licenziamento, sostenendo che:
✅ Aveva comunicato via e-mail il cambio di indirizzo;
✅ La sanzione applicabile, secondo il CCNL Metalmeccanici, avrebbero dovuto essere di natura conservativa (multa) e non espulsiva.
Sanzione sproporzionata e licenziamento
Il Tribunale di Verona ha effettuato una valutazione approfondita del caso, giungendo alla conclusione che il licenziamento fosse illegittimo per difetto di proporzionalità tra l’infrazione contestata e la sanzione adottata.
In particolare, il giudice ha stabilito che:
🔹 I fatti contestati al lavoratore erano sussistenti, in quanto effettivamente vi era stata una mancata ricezione delle comunicazioni aziendali dovuta a errori nel cambio di domicilio. Tuttavia, tale condotta, pur rappresentando un’inadempienza, non era così grave da giustificare un licenziamento.
🔹 Il CCNL Metalmeccanici, applicabile al rapporto di lavoro, prevedeva per tali infrazioni esclusivamente sanzioni conservative, come una multa o la sospensione dal servizio. Il datore di lavoro, invece, aveva applicato la sanzione più severa senza rispettare tali previsioni contrattuali.
🔹 Il principio di proporzionalità della sanzione disciplinare è stato confermato anche dalla recente sentenza della Corte Costituzionale n. 163/2023, che ha chiarito che, anche sotto la disciplina del Jobs Act, quando la contrattazione collettiva prevede sanzioni meno gravi per specifiche condotte, il licenziamento risulta illegittimo e il lavoratore ha diritto alla reintegrazione.
Grazie all’interpretazione fornita dalla Corte Costituzionale, il giudice ha stabilito che il fatto contestato al lavoratore, pur essendo avvenuto, non era sufficiente a giustificare il licenziamento, proprio perché le norme contrattuali collettive prevedevano per tali condotte solo sanzioni conservative. Di conseguenza, il licenziamento è stato ritenuto illegittimo e il lavoratore ha ottenuto la reintegrazione nel posto di lavoro.
La Decisione: licenziamento illegittimo e reintegra del lavoratore
In applicazione dell’art. 3, comma 2, del Jobs Act, il Tribunale ha ordinato:
✅ La reintegrazione del lavoratore nel suo posto di lavoro;
✅ Il pagamento di un’indennità risarcitoria pari a 12 mensilità dell’ultima retribuzione;
✅ Il versamento dei contributi previdenziali e assistenziali, con detrazione dell’eventuale aliunde perceptum (somme percepite da altre attività lavorative).
📌 Per i lavoratori: questa sentenza conferma che un licenziamento non può essere arbitrario. Se il CCNL prevede solo sanzioni conservative per determinate condotte, il datore di lavoro non può applicare la misura più grave del licenziamento.
📌 Per le aziende: il provvedimento evidenzia che il Jobs Act, a seguito dell’intervento della Corte Costituzionale, non elimina il principio di proporzionalità. È quindi fondamentale che i datori di lavoro applichino correttamente le sanzioni disciplinari così come previste nel CCNL.
Conclusione
Il caso esaminato dal Tribunale di Verona dimostra come la giurisprudenza continui a proteggere i diritti dei lavoratori contro licenziamenti sproporzionati e ingiustificati. In un contesto lavorativo sempre più complesso, è essenziale per aziende e dipendenti conoscere e rispettare le normative vigenti per evitare contenziosi e garantire un ambiente di lavoro equo e sereno.
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Avv. Fabio Caretta – Avvocato del Lavoro